23 maggio – terzo giorno:
al mattino, durante il briefing ci dicono di portare a termine il lavoro iniziato il giorno precedente. Dopo aver fatto il pieno alle nostre attrezzature, ci rechiamo presso l’officina che avevamo iniziato a liberare dal fango.
Il proprietario aveva già iniziato a lavorare con un gruppo di ragazzi adolescenti (ce ne sono a decine armati di scope, pale e tira acqua, venuti qui per aiutare …), noi iniziamo a tirare via liquido e fango con la nostra motopompa.
Dopo un paio d’ore iniziano i problemi: oltre al fango che inizia a compattarsi, in una attività come un’officina meccanica ci sono una miriade di materiali come carta, buste contenenti ricambi ecc. che vanno a tappare la bocca del tiraggio mandando il pompaggio in blocco.
Arriva un anziano signore, un vicino di negozio, e dice: “Antonio ricordati che nell’angolo in fondo dietro il ponte hai il pozzo artesiano…”
Noi non siamo ingegneri idraulici, ma ci viene un’idea: dopo un rapido briefing tra noi volontari, decidiamo di localizzare il pozzo. Dopo averlo trovato, inseriamo una pompa di piccole dimensioni e con l’acqua che ci procuriamo rendiamo più liquido il fango. Trovata azzeccata! Il pompaggio torna ad essere efficace e alle 14.00 la pompa non serve più.
I volontari ripuliscono alla perfezione e dopo aver fatto arrivare sul posto un mezzo CRI adeguato, spostiamo quasi tutte le macchine sul piazzale retrostante.
L’officina ormai è libera dal fango e dall’acqua, bisogna solo chiamare gli spurghi per terminare il lavoro sul piazzale.
La nostra squadra ha fatto un bellissimo lavoro, come dimostrato anche dai complimenti del proprietario dell’officina che ci ha raccontato episodi molto toccanti accaduti durante l’arrivo della piena.
Serata al campo base e poi il meritato riposo.